Musica

Luciano Ligabue: 'Ecco la mia Mondovisione'

Luciano Ligabue: 'Ecco la mia Mondovisione'

A tre anni da “Arrivederci, Mostro!”, Luciano Ligabue torna con “Mondovisione”, il nuovo, attesissimo disco in uscita martedì 26 novembre per Zoo Aperto/Warner Music. Prodotto da Luciano Luisi, il decimo album di inediti del rocker emiliano è stato presentato oggi in anteprima assoluta a Milano. Noi di allaRadio eravamo presenti alla conferenza stampa e abbiamo ascoltato in esclusiva i 14 brani del disco. Ecco cosa ci ha raccontato il Liga.

Luciano, come è nato Mondovisione?
Abbiamo lavorato per oltre un anno. La lavorazione più lunga della mia carriera. Credo che oggigiorno si stia utilizzando troppa tecnologia in ambito musicale con il rischio di strafare. Abbiamo cercato, quindi, di controllare questo aspetto e di curare al meglio il suono in ogni singola fase di progettazione del disco.

Ne “Il Muro del Suono”, il pezzo che apre “Mondovisione”, sembra ci siano chiari riferimenti all’attuale situazione politica e giudiziaria italiana. E’ così?

Il testo dice Chi doveva pagare non ha mai pagato. Credo sia sotto gli occhi di tutti che il nostro sistema giudiziario abbia seri problemi. In questa canzone non critico soltanto il nostro Paese ma anche chi non ha pagato la carestia e la crisi che ci hanno colpito a livello mondiale.

Ma questo muro del suono si può rompere?

Non solo si può, ma si deve rompere! Ci si perde in quintali di chiacchiericcio e di pensieri inutili. Siamo bombardati di notizie tragiche che fatichiamo a metabolizzare e che ci colpiscono solo per pochi istanti, per poi spostare la nostra attenzione su altro. Siamo in fase di cambiamento radicale. Per questo credo ancora nell’utilità e nella bontà dei sogni. Sono i sogni, le visioni, le opinioni della gente a fare la realtà. La nostra civiltà è frutto della capacità di sognare delle persone.

Però leggendo i testi di Mondovisione si scorge una certa negatività, soprattutto verso l’Italia.

Sono anni che mi accusano di dare troppa speranza attraverso la mia musica. Il Sale della Terra, ad esempio, parla di tutti quei personaggi, non solo italiani, che hanno abusato del proprio potere e ora temono di perderlo. Sono figure che hanno sfilato davanti ai nostri occhi negli ultimi 20 anni.  Non se ne può più. Siamo tutti arrivati allo sfinimento. Tramite i miei pezzi ho voluto dare voce a tale sfinimento, all’indignazione. Ho cercato di tenermi lontano dalla cronaca perché invecchia le canzoni. Ma questa volta non ce l’ho fatta.

La tua indignazione è la stessa del 1994 o è più forte oggi?

In “A che ora è la fine del mondo” raccontavo ciò che stava accadendo in modo ironico, quasi incredulo. Il Sale della Terra è, invece, una canzone drammatica, che non ha nulla di ironico ma soltanto profonda indignazione.

Il rock è il modo migliore per esprime la propria rabbia?

E’ l’urgenza del rock! Però non parlerei di rabbia, quanto piuttosto di tensione necessaria. Mi sono frenato più volte, ho dovuto pormi dei limiti per non eccedere con la rabbia. E’ l’unico vincolo che mi sono posto. Per il resto, sono assolutamente libero di dire ciò che voglio nei miei testi. Il rock è l’unico modo che uno ha per non avere pudore dei propri sentimenti.

In Mondovisione hai inserito un brano dedicato al rock&roll…

E’ la terza canzone, tra tutte quelle incise in carriera, che contiene questa parola. “Con la scusa del rock&roll” è un pezzo punk-rock divertente. Con il rock puoi fare cose che non hai mai fatto nella vita. Hai la sensazione di non morire mai.

“La terra trema, amore mio” parla, invece, del terremoto che hai vissuto nel 2012 nella tua Emilia.

Racconto l’effetto emotivo e fisico di un terremoto vissuto. Il protagonista cerca qualcosa o qualcuno da afferrare. Una certezza. E’ un testo che fa riferimento a ciò che è accaduto lo scorso anno in Emilia, ma che ha anche un valore simbolico per i tempi che stiamo vivendo.

Perchè hai inserito due brani strumentali?

Volevo produrre un momento di respiro in un disco ricco di canzoni molto dense. "Capo Spartivento" chiude "Il Sale della Terra" e introduce "Tu sei lei" (il secondo singolo estratto da Mondovisione, ndr) mentre "Il Suono, il brutto e il cattivo"  un gioco in versione morriconiana. 

La copertina del tuo nuovo album mostra il pianeta Terra accartocciato. Sembra una pubblicità.

Il progetto proposto dal nostro grafico mi è piaciuto subito, appena me l’ha mostrato. Questo mondo accartocciato rende perfettamente l’idea del periodo che stiamo vivendo. E’ la visione della realtà e di un momento di pessimismo globale.

Come ti senti rispetto a 20 anni fa?

Decisamente più vecchio fisicamente e con più rughe. Le rughe, come dico in un mio pezzo, sono tentativi che non ho mai fatto nella vita. Ma dal punto di vista sonoro devo dire che sono più vivo che mai. E continuo a fare rock, un genere da cui mi sento rappresentato. Ascolto molta musica. Può sembrare strano e poco romantico ma ultimamente sono fissato con Spotify. Sto scoprendo tanti pezzi di nicchia, che appartengono al rock psichedelico anni Settanta. E poi attendo con ansia l’uscita del nuovo disco degli U2.

Progetti per il futuro?

Paolo Jannacci mi ha coinvolto in un progetto insieme ad altri artisti, tra cui J-Ax. Uscirà un singolo inedito “Desolato”, scritto dal grande Enzo e mai pubblicato finora. Il ritornello mi ha emozionato al primo ascolo (Desolato se la vita mi piace ancora tanto). Nel 2014 partirà il mio tour negli stadi. Mi piacerebbe, in futuro, fare un concerto monotematico, in cui suonare soltanto i pezzi di uno dei miei album. Non escludo che possa accadere presto.

 

Leggi la recensione di "Mondovisione" qui: 

https://www.allaradio.org/rubriche/recensioni_rock/luciano_ligabue_mondovisione_zoo_apertowarner_music_2013_13150